Fate così: lasciate guide e depliant, portatevi un bagaglio leggero, scarpe comode e camminate seguendo solo la qualità della luce e le insenature delle pietre. Pietra e luce, due elementi che bastano (e avanzano) per capire la bellezza di questa antica città, nel lontano passato ecologica e sostenibile, centro nevralgico della produzione della lana, decaduta dopo la rivoluzione industriale, abbandonata e ridotta ai minimi termini, vergogna nazionale per alcuni anni. Un luogo in bianco e nero, con pastori poverissimi, animali in casa usati a mo’ di termosifone, cristallizzata in un immaginario statico e poi lentamente, a partire da metà degli anni Novanta, risorta. E ora (decisamente) colorata, alla moda, vuoi per la ristrutturazione dei Sassi, vuoi perchè appunto Matera è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e Capitale della cultura 2019.
(“Matera di pietra e di luce”, rivista Traveler, Autunno 2018)

 

Premessa: i Sassi di Matera sorgono sul versante di un canyon scavato nel tempo dal torrente Gravina. Sul versante opposto si estende il Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano anche conosciuto come Parco della Murgia Materana, il cui paesaggio rappresenta il contesto originario dei luoghi, sviluppatosi nel tempo con gli insediamenti urbani soltanto sul versante dei Sassi. Qui Il popolo Materano abitò per primo il colle della Civita, sicura e comoda dimora, poi, nel corso dei secoli, si stabilì nelle due conche dei Sassi: il Barisano ed il Caveoso. Da qui si spostò prima nella ottocentesca città del Piano, riservata alla borghesia rurale, e dal 1953 abitò i nuovi ed attuali quartieri rionali.

“Il manuale del turista” (cfr. Giovanni Ricciardi, Altrimedia Edizioni) propone tre percorsi:

1) Il Piano ed il Sasso Barisano

2) Il Piano, la Civita e il Sasso Caveoso

3) A piedi nel Parco

(Qui ci soffermeremo solo sul primo percorso poichè “Ai Foggiali” Casa Vacanze si trova al confine tra il Piano ed il Sasso Barisano)

Partendo dal Santuario di San Francesco da Paola, in via XX Settembre, realizzato in uno stile tardo barocco, si accede in Piazza Vittorio Veneto, per ammirare i conventi di Santa Lucia alla fontana, dell’ Annunziata e di San Domenico, la chiesetta dei Cavalieri di Malta e visitare negli ambienti ipogei della piazza il Palombaro lungo, la chiesa rupestre del Santo Spirito, il fondaco di mezzo e una torre aragonese, che difendeva le mura di cinta della città. Di qui si scende nel Sasso Barisano per visitare alcune chiese rupestri medievali, la parrocchia di San Pietro Barisano, il Convento degli agostiniani e la Casa Cava, un teatro esclusivo, ricavato all’interno di una enorme cava di pietra. Si ritorna in Piano per ammirare la chiesetta di San Biagio, e visitare la chiesa romanica di San Giovanni Battista nell’omonima piazza.

Ipogei: motivo di grande attrazione, sotto la piazza principale della città è il fondaco di mezzo, un antico mercato medievale interrato tra il 1877 ed il 1892. Nel 1991 durante i lavori per la realizzazione della nuova piazza vennero alla luce una  torre aragonese e parte delle mura di cinta, la chiesa rupestre del santo spirito, botteghe di ogni genere di mercanzie tutte scavate nella roccia […]

Palombaro lungo: la più grande cisterna pubblica della città.Poteva contenere oltre cinque milioni di litri di acqua.Raccoglieva sia acqua sorgiva che piovana […]

Palazzo dell’Annunziata: costruito a partire dal 1735 per essere usato come convento. Fu soppresso nel 1866. Il palazzo restaurato nel 1997 ospita oggi la Biblioteca Provinciale. (Da Marzo 2019 ed almeno per un anno ospiterà, al piano terra, anche “Basilicata Open Space”: una struttura polifunzionale con aree museali, spazi per l’informazione turistica, sale per esposizioni ed eventi)

Casa Cava: nata come cava di pietra per l’estrazione del materiale lapideo necessario alle costruzioni in muratura è divenuta nel 2011 un ipogeo culturale, trasformato in auditorium, allestito delle necessarie strumentazioni per ospitare eventi di ogni genere, capace di ospitare circa centoquaranta persone. […]

San Pietro Barisano: gli scavi archeologici all’interno della chiesa hanno messo in evidenza la vecchia struttura medievale con tre cavità absidali e tre navate con tombe e ossari che si sviluppano al di sotto del pavimento a un metro di profondità. Nel 1903 a causa dell’umidità la parrocchia fu trasferita nella chiesa di Sant’Agostino insieme a parte degli arredi sacri tra cui il fonte battesimale. […]

Sant’Agostino: la chiesa ed il convento degli agostiniani furono costruiti nel 1591 nella grancìa o podere di San Pietro Barisano, inglobando nella sua struttura la chiesa rupestre di San Giuliano. Distrutta da un violento terremoto, fu ricostruita in uno stile tardo barocco e riconsacrata nel 1750 col titolo di Madonna delle Grazie, anche se si continuò a chiamarla Sant’Agostino. (Si trova in posizione dominante all’ingresso del Sasso Barisano)

 

 

(Sezione in aggiornamento)